PORTATORI DI TEMPESTA

PORTATORI DI TEMPESTA
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Li chiamano "portatori di tempesta", sono coloro che strappano via dalle proprie case le ragazze cambogiane per darle in schiave a gente ricca e senza scrupoli, nei paesi del Sud-est asiatico. L’ONU ha stimato che siano più di 200.000, tutte giovani che vengono sfruttate dopo essere state impiegate come domestiche o costrette a prostituirsi, con un salario misero, vittime di violenze e soprusi. Donne che al loro ritorno in Cambogia sono perdute, incapaci di badare a se stesse e al figlio che molte di loro portano a casa, probabilmente dopo uno stupro.

Nel film di Guillaume Suon, prodotto da Rithy Panh il regista cambogiano che ha raccontato attraverso il cinema le violente contraddizioni e gli orrori storici della Cambogia (S21: la macchina di morte dei Khmer rossi, L'immagine mancante), si segue la storia di una di queste ragazze, testimonianza viva delle violenze e segregazioni subite dal suo "boss" in Malesia, del suo tentativo di fuga e dell’arresto qualche mese dopo dell’uomo che la costringeva allo schiavismo. È un vero e proprio traffico di minorenni, che viene portato avanti con la complicità dei genitori convinti di mandare le figlie a lavorare all’estero. I genitori vengono contattati da uno degli uomini del racket che, spacciandosi per agenzia, promettono un lavoro ben pagato per le figlie. E le ragazze partono piene di speranza. The Storm Makers raccoglie anche le testimonianze di in paio di questi cambogiani, intervistandoli sul bordo della piscina, mettendo in mostra l’orologio d’oro e la villa in stile “Gomorra” in cui vivono. È grazie alle immagini di rara bellezza naturale, dei primi piani immersi in un paesaggio lucente e inquietante, che arrivano le parole crudeli, di una realtà nascosta tra la vegetazione di un luogo che fa poca notizia.

 

*Giornalista e voce di cinema e cultura a Radio Popolare e direttrice artistica del Festival dei beni confiscati alle mafie

 

The Storm Makers: ceux qui amènent la tempete di Guillaume Suon, Concorso lungometraggi, stasera alle 21.00, Spazio Oberdan

 

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