REAL WORLD

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Sono le prime ore del 15 giugno 2015. Sugli scogli dei Balzi Rossi, a pochi passi dal confine, decine di persone stanno dormendo, avvolte nelle coperte. I fotografi sono già al lavoro: si avvicinano ai corpi distesi, puntano gli obiettivi, scattano. Davanti a loro, solo il mare.

Si apre così Show All This to the World, il film di Andrea Deaglio girato in 24 ore nell'estate 2015, quando da 3 giorni centinaia di migranti respinti alla frontiera occupavano la scogliera di Ventimiglia e altre aree circostanti.

In una giornata d'emergenza paradossalmente uguale ad altre, la frontiera si rivela un campo di azione esplosivo, dove si fronteggiano poliziotti, migranti, molti giornalisti, fotografi, volontari. Ognuno, quasi come in una rappresentazione teatrale, con il proprio ruolo: «Per favore signori, stiamo lavorando!», sentiamo dire. Le contraddizioni sono tante, disumane: la distribuzione, nei numeri e nello spazio, delle forze contrapposte, i silenzi e le urla, la routine e lo sradicamento, forse persino qualche gesto di vanità sfuggito accanto alla disperazione dei migranti. A tratti sono invalicabili anche le frontiere personali, si direbbe. Emerge così la questione cruciale: occorre mostrare tutto questo al mondo. Ed è necessario offrire l'intera scena, attori e testimoni, azioni e reazioni, davanti e dietro le quinte, far vedere tutto, perché nessuno possa sottrarre lo sguardo.

Scende la notte sugli scogli. Altrove, tra poche ore comincerà una giornata simile a questa.

 

 

* Co-fondatrice dell’agenzia di scrittura Verbavolant Lab, è spettatrice, ascoltatrice e lettrice  appassionata. 

 

Show All This to the World di Andrea Deaglio, Diritti umani, oggi, dom 20 marzo, ore 22.15, Spazio Oberdan

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