VIOLETTE LEDUC MUSA BASTARDA

VIOLETTE LEDUC MUSA BASTARDA
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Oggi due opere dedicate alla scrittrice francese di La batârde, una donna in anticipo sui tempi che ha rivoluzionato la letteratura erotica del XX secolo

 

Il mio non è un caso unico: ho paura di morire e sono rattristata d'essere al mondo. Non ho lavorato, non ho studiato. Ho pianto, ho gridato. Le lacrime e le grida mi hanno rubato molto tempo. Dal momento in cui ci rifletto, è la tortura del tempo perso. Non posso riflettere a lungo, ma posso crogiolarmi su una foglia di insalata appassita dove non ho che rimpianti da rimuginare. Il passato non nutre. Me ne andrò come sono arrivata. Intatta, carica dei miei difetti che mi hanno torturato. Avrei voluto nascere statua, ma sono una lumaca sotto il mio letame

 

Siamo a Parigi, è il 1964, Violette Leduc, figlia illegittima di una cameriera, pubblica La batârde, tranche de vie che senza ingombranti complicazioni esplora la sessualità lesbica dell'autrice nella cornice del suo apprendistato letterario. Simone de Beauvoir, amica e scrittrice che ha curato la prefazione del libro, la introduce così: «Con una sensibilità femminile Violette Leduc scrive come un uomo. Ha creato un linguaggio privo di leziosaggine o volgarità, che a me sembra destinato a un successo notevole». Una previsione esatta: La batârde diventò un best seller, e pose fine alla censura editoriale che in precedenza aveva zittito Leduc.

Oggi il Mix propone due film incentrati sulla sua figura controversa, sminuita dallo scandalo e tacciata di esibizionismo, ma stimata da artisti come Jean Coucteau, J. Paul Sartre e Jean Genet. Violette Leduc: in pursuit of love di Esther Hoffenberg, in concorso per la sezione documentari, e Violette di Martin Provost, in concorso per la sezione lungometraggi. Un'opportunità per scoprire, o ritrovare, una scrittrice in contrasto con il senso comune del suo tempo, naturalmente trasgressiva.

Hoffenberg mette ordine tra fotografie e video di repertorio, si avvale di interviste e citazioni estratte dalle pagine di Leduc, per creare un ritratto a partire dalle sfumature, dai caratteri del personaggio più intimi, senza calcare sulla provocazione. Anche Provost ci risparmia i dettagli superflui e ripercorre la carriera della scrittrice nel ventennio tra il dopoguerra e l'uscita de La batârde,  con l'intento di definire le influenze che hanno determinato il suo stile.

Dichiara Provost: «Rendere la capacità di Violette di usare le parole attraverso il mezzo cinematografico è stato molto difficile. Come si poteva con le immagini restituire la bellezza della scrittura?». Così Violette, diviso in 6 capitoli, ci racconta la solitudine, la sofferenza e le difficoltà materiali di Leduc, in lotta per trovare la pace di un'accettazione. Questo desiderio unito a una bruciante passione sono l'anima e il corpo delle sue opere. Provost sceglie Emmanuelle Devos per interpretare Leduc, attrice dalla bellezza che prescinde i canoni estetici del main stream, perfetta per un ruolo come questo. 

Venerdì 20, 20.40, Scatola magica Violette Leduc: in pursuit of love

Venerdì 20, 22.15, Sala grande Violette

 

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