In occasione della prima edizione degli Industry Days incontriamo Alice Arecco (Coordinamento MFN e MFF) e raggiungiamo telefonicamente Alessandra Speciale (MFN e FCAAAL) per parlare di InProgress e Atelier, i due progetti produttivi e innovativi portati avanti dal Milano Film Network nell’arco degli ultimi tre anni
Nelle giornate di oggi e domani si svolgerà la prima edizione del Milano Industry Days, due appuntamenti organizzati da Milano Film Network (MFN), InProgress e Atelier, dueworkshop dai diversi scopi e caratteristiche, ma pensati per sostenere i giovani registi che si cimentano nella realizzazione di un film.
Durante la giornata dedicata a InProgress (oggi) vengono presentati a produttori, selezionatori e professionisti del settore gli undici progetti di film finalisti del workshop MFN. Mentre domani, 2 dicembre, verranno assegnati i premi di sostegno alla post produzione dei cinque film in lavorazione selezionati dal bando Atelier MFN. La giuria, composta da Carlotta Cristiani (tutor per il montaggio), Massimo Mariani (sound mix e sound design) e Riccardo Annoni (colour correction), è presieduta da Alberto Barbera, il direttore della Mostra del cinema di Venezia.
«È stato per noi abbastanza sorprendete ricevere così tanti film a questo stadio di lavorazione così specifico.» racconta telefonicamente al nostro Daily Alessandra Speciale (Milano Film Network e direttore del Festival del Cinema Africano d’Asia e America Latina). «Abbiamo ricevuto un numero molto alto di documentari, rispetto alla fiction. La partecipazione di così tanti registi ci ha fatto capire che un aiuto alla post produzione è un’esigenza sentita in tutto il cinema italiano, non solo quello milanese. Per questo ci auguriamo di poter proseguire nel progetto Atelier, anche ampliandolo con altri premi. Sarebbe interessante coinvolgere alcuni canali televisivi nel pre-acquisto. In particolar modo per il documentario riteniamo che sia un aiuto molto importante quello di intervenire nella fase della post produzione che spesso vede ormai consumato il budget del film, in modo da poter ultimare il lavoro mantenendo una qualità elevata.».
Questa prima giornata degli Industry Days è dedicata invece a InProgress, il workshop iniziato tre anni fa da una costola di Filmmaker Festival. Ne parliamo con Alice Arecco (Coordinamento Milano Film Network e Programma Milano Film Festival), in una pausa dalla preparazione dell’evento di oggi.
Gli Industry Days sono il punto di arrivo di due progetti, InProgress e Atelier MFN, che hanno coperto un periodo molto lungo. Come e perché sono nati?
InProgress è nato tre anni fa con il nome di Nutrimenti Celesti, Nutrimenti Terrestri, workshop sempre finanziato dalla Fondazione Cariplo e in origine organizzato da Filmmaker Festival, di cui riprende lo spirito. È un workshop di accompagnamento e sviluppo produttivo, durante il quale ci sono stati diversi incontri tra professionisti del settore e registi selezionati. La volontà era quella di seguire i progetti sin dalla nascita, da un lato da un punto di vista artistico e dall’altro promuovendo un vero e proprio confronto con la realtà produttiva. Gli autori hanno incontrato molteplici figure, dal direttore di festival al selezionatore di film, ma anche produttori e sceneggiatori. Tutte controparti con cui il filmmaker dovrà confrontarsi quotidianamente in futuro. Atelier MFN è invece il workshop dedicato ai film in post- produzione. Abbiamo quindi avuto a che fare con lavori già sviluppati e che avevano spesso più di un produttore alle spalle.
Quali sono le maggiori difficoltà che incontrano i giovani filmmaker nel processo produttivo?
Tutti gli incontri sono stati realizzati per dare ai registi un contatto diretto e immediato con la realtà produttiva. Il regista nella fase di scrittura è molto concentrato sull’idea, ma si deve tenere a mente anche la realizzabilità del progetto. In pochi minuti, pochissimo tempo un regista deve essere in grado di conquistare l’attenzione del produttore. Il cinema resta industria e bisogna rispondere con dati e progetti concreti. La difficoltà maggiore è riuscire a emergere nel mare delle offerte.
Organizzare incontri come InProgress e Atelier è reso ancora più necessario dalla situazione contemporanea?
Il gran numero di progetti ricevuti ci ha fatto capire che c’è un vuoto nel panorama formativo italiano. Attorno allo sviluppo e alla conclusione di un film c’è un vuoto sentito o non avremmo avuto un così alto numero di autori in cerca di aiuto. È vero anche che in questo specifico momento il mondo della produzione è investito dalla crisi, come tutti, ma c’è anche una grandissima vitalità del “genere” documentario. Ci sono opportunità per molti registi di trovare ascoltatori attenti su questo fronte.
Nella selezione che linee avete seguito?
Abbiamo tenuto in considerazione la formazione di ognuno e i progetti già realizzati, pur non limitandoci solo a ciò. Siamo arrivati quest’anno ad avere una grande varietà geografica, ricevendo proposte da registi non solo milanesi. È la dimostrazione di quanto sia delicata questa fase della lavorazione e di una necessità di sostegno che travalica i confini della città, della regione e del lavoro svolto negli anni passati da Filmmaker. Attraverso la selezione dei lavori siamo riusciti a delineare un panorama complesso e variegato di quella che è la situazione italiana.
Tra le selezioni non ci sono solo documentari.
Ci sono alcuni lavori di fiction e vari cortometraggi, anche se la maggior parte restano lungometraggi documentari. È una tendenza molto forte della produzione attuale e l’abbiamo percepita anche nella selezione di Atelier. Ci si rivolge al documentario anche con un occhio sperimentale, concentrandosi più su un discorso cinematografico che sul tema trattato.
Atelier MFN è invece improntato sulla cura della post-produzione. Su cosa bisogna concentrarsi in questa fase?
Atelier è stato pensato come un vero e proprio bando, senza un workshop formativo precedente. In questo caso il vuoto da colmare riguarda gli ultimi momenti del processo di lavorazione, a cui si arriva spesso avendo terminato il budget e non potendo rispettare gli alti standard richiesti dall’offerta internazionale. Nella giornata di domani gli autori potranno presentare l’avanzamento dei lavori, indicando i punti di maggior bisogno. Si tratta di necessità molto fisiche, mancando spesso la colour correction e il sound mix e design. Il nostro augurio per ogni regista è avere la possibilità di portare il proprio film finito nei diversi festival internazionali.
Milano Industry Days, 1 e 2 dicembre, Fabbrica del Vapore:
1 dicembre, dalle ore 10.30, InProgress
- Presentazione dei 10 progetti di film finalisti del workshop produttivo InProgress
- Assegnazione delle borse di sviluppo
2 dicembre, dalle ore 9.30, Atelier MFN
- Presentazione dei rough cut dei cinque lungometraggi italiani finalisti del bando Atelier MFN
- Assegnazione dei premi di sostegno alla post-produzione