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GLADIATORI A MACAO
di Alessandro Amato

Suggestivo documentario sul Grand Prix di motociclismo di Macao 2013. Mostra l'avventura di una squadra tedesca sulla pista più pericolosa del mondo

«Questa è Macao: pura follia», si afferma in Macau 2013 – Last Gladiators di Andreas Kauffmann. Ogni anno 35 piloti si incontrano sul circuito cittadino di Macao per dare vita all’omonimo Grand Prix, il più grande spettacolo sportivo sui motori del continente asiatico. Difatti, il cosiddetto Circuito de Guia è un percorso lungo oltre sei chilometri nel quale pochi centimetri possono decidere tra una performance perfetta e la morte certa. La pista è tristemente nota per la sua pericolosità, dunque, e non ha mancato di mietere vittime anche recenti: il 15 novembre del 2012 il portoghese Luìs Carreira ha perso la vita nel circuito durante le qualifiche per la Superbike, e il giorno dopo la stessa sorte è toccata al pilota di Gran Turismo hongkonghese Philip Yau Wing-choi.

Il documentario segue con attenzione la preparazione del team tedesco Heidger Motorsport per il Grand Prix del 2013 con relativa gara. Sono il sassone Didier Grams e il belga Marc Fissette a rappresentare la squadra nell’impresa. Il primo maturo e sicuro di sé, seguito da un padre ambizioso, il secondo giovane e spavaldo, adottato dai dirigenti come un vero e proprio investimento per il futuro. C’è tensione, naturalmente, ma la voglia di fare bene supera ogni ostacolo. Correre diventa una missione, per la quale ogni passo è dettato dal cuore e dalla coscienza. In un altro film del concorso sullo stesso tema si dice che «tutti pensano che per fare questo sport bisogna essere pazzi, ma è vero il contrario». Ad ogni modo, le riprese della corsa vista dalle moto stesse (“rubate” alla televisione) e dal bordo della pista si rivelano interessanti.

Le preoccupazioni, i dubbi, le convinzioni di questi uomini potrebbero non interessare il pubblico estraneo all’ambiente delle due ruote, eppure non si può fare a meno di percepire un romanticismo e un pragmatismo irrimediabilmente germanici nello scorrimento rapido di immagini (spesso ritoccate con effetto rallenty) di azioni in fin dei conti sempre uguali. Ciò che conta è l’importanza che queste hanno per i piloti e le persone che credono in loro.

L’atmosfera regge e il ritmo sta al passo con la solida struttura cronologica. Suggestiva la comparsa improvvisa di una farfalla nera nel garage presso la motocicletta ormai orfana di Carreira, con conseguente interpretazione, e gli intermezzi notturni a spasso per una Macao caotica e affascinante, patria orientale del gioco d’azzardo, «un mondo illusorio a metà tra Las Vegas e Montecarlo», con le anacronistiche luci al neon, il Colosseo in miniatura e persino i canali all’interno degli enormi alberghi-casinò che non si fanno mancare le gondole attraccate.

Last Gladiators di Andreas Knuffmann, sab  6 dicembre, ore 20.40, Sala Parlamentino