IL SENSO DI UN FESTIVAL

IL SENSO DI UN FESTIVAL
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In occasione della premiazione del ventiseiesimo FCAAAL abbiamo intervistato Alessandra Speciale, co-direttrice insieme ad Annamaria Gallone, per fare il punto su come è cambiata la manifestazione e sul valore di una cinematografia altrimenti poco raggiungibile dal pubblico italiano


Sono ormai 26 anni che Il Festival cinema Africano Asia e America Latina porta a Milano il cinema d'autore proveniente da questi tre continenti.

Alessandra Speciale, co-direttrice del festival insieme a Annamaria Gallone e presidentessa del Milano Film Network, tira le somme di questa lunga esperienza.

I cambiamenti, in positivo e in negativo, gli obiettivi della manifestazione e il rapporto con il pubblico.

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NEL GIOCO DI SPECCHI, <BR>QUALCOSA DI NOI

NEL GIOCO DI SPECCHI,
QUALCOSA DI NOI

Il nuovo film di Wilma Labate mette in scena l'incontro tra un gruppo di ragazzi, studenti della regista, e Jana, premiata col Nastro d'Argento, prostituta che racconta senza imbarazzi la sua professione. Una scommessa, che è quasi una provocazione, e conduce piano piano tutti i protagonisti a rivelare lati inaspettati di se stessi

Da Signorina Effe (2007) sono passati diversi anni, era il film che ripercorreva la marcia dei quarantamila, i quadri della Fiat scesi in piazza contro i picchetti e gli scioperi degli operai nel 1980. E lo faceva attraverso un personaggio femminile, una ragazza figlia di operai immigrati dal sud come tanti che «arriva» dall'altra parte, lontano dalla catena di montaggio, negli uffici dove si decide.

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CON UN PASSAPORTO <br>SENZA DIRITTI

CON UN PASSAPORTO
SENZA DIRITTI

Terra di transito, Paolo Martino racconta il viaggio di Raheel. Noi abbiamo incontrato Siriani in transito, il progetto milanese di informazione e denuncia volto a diffondere le storie dei siriani che fuggono in Europa

Stasera all'Auditorium Demetrio Stratos sarà proiettato Terra di transito alla presenza del regista Paolo Martino, del protagonista Rahell Ali Mohammad e del portavoce di Amnesty International Riccardo Noury. Con una camera a mano, spesso in notturna, Martino segue Rahell, i suoi passi e i suoi pensieri. In viaggio dal Medio Oriente all’Europa, senza visti né passaporto, per ricongiungersi ai suoi familiari che da anni vivono in Svezia. Ma il Regolamento di Dublino (la normativa europea sulle domande di asilo e il riconoscimento dello status di rifugiato) non è dalla sua parte, e questa meta diventerà un miraggio.

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SELF MADE HAPPINESS

SELF MADE HAPPINESS

Al Focus: Identità Multiformi arriva in anteprima italiana Boreg (Self Made) della regista israeliana Shira Geffen. Un' opera sulla mancanza d'amore, felicità e comprensione verso l'altro in un Israele sempre in allerta terrorismo

Dopo Meduzot (2007), Shira Geffen narra la storia di due donne, una israeliana e l'altra palestinese, molto differenti tra loro ma con in comune la ricerca della felicità. Purtroppo in un mondo egoista e precario come i letti di Etaka, pseudonimo per Ikea, sembra impossibile trovarla.  E l'ambiente dove vivono crea le loro identità e modifica il loro approccio alla vita. 

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MARTA DONZELLI, <br>PRODUTTRICE DI CONFINE

MARTA DONZELLI,
PRODUTTRICE DI CONFINE

Marta Donzelli è con Gregorio Paonessa la fondatrice di Vivo Film, la casa di produzione romana che negli ultimi anni ha sostenuto il nostro cinema più indipendente, da Michelangelo Frammartino a Emma Dante. Il loro nuovo film, Vergine Giurata di Laura Bispuri, è in sala questi giorni. Una conversazione sul lavoro del produttore al femminile

Vivo Film è nata a Roma nel 2004 per iniziativa di Marta Donzelli e Gregorio Paonessa. L'obiettivo era di portare nelle sale cinematografiche documentari e film di finzione che altrimenti in Italia non avrebbero trovato spazio. La loro prima azione è stata quella di acquistare i diritti di distribuzione italiana del documentario I’m Alive di uno dei più grandi documentaristi danesi, Jørgen Leth.

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ADDIO GIAN VITTORIO BALDI

ADDIO GIAN VITTORIO BALDI

Protagonista di stagioni battagliere del cinema italiano, regista, audace produttore e instancabile sperimentatore, Gian Vittorio Baldi è scomparso l'altro ieri a Faenza

Di Gian Vittorio Baldi non è tuttora semplice vedere i film e forse le nuove generazioni neppure lo conoscono nonostante la Cineteca di Bologna ha recuperato negli anni i suoi film,. Eppure baldi, nato nel 1930 nel capoluogo emiliano, è stata una di quelle figure chiave per indipendenza e coraggio di testa e di cuore (forse per questo messo ai margini).

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