FLOATING AROUND

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«È tutta la vita che sono affascinato dall’acqua. Quando ero ancora bambino è successo qualcosa che ha cambiato ogni mia percezione, l’esperienza più importante della mia esistenza. A sei anni sono caduto in acqua, ero già sul fondo, stavo per affogare. Mio zio era lì per caso e si buttò per salvarmi. È stata un’esperienza emozionale molto forte, certo, ma non ho avuto paura. Ero felice. Ho visto un mondo meraviglioso là sotto e ci volevo rimanere. Questo ha cambiato tutto». A parlare è Bill Viola nel documentario Bill Viola, Expérience de l’infini di Jean-Paul Fargier

 

Nelle selezione internazionale di Invideo è presente il film di Jean-Paul Fargier Bill Viola, Expérience de l’infini, realizzato in occasione della grande retrospettiva che il Grand Palais di Parigi ha dedicato all’artista newyorkese la scorsa primavera. Il documentario ci permette di capire il cammino spirituale dell’artista, intervistato nel suo studio di Los Angeles a fianco della compagna di vita e di arte Kira Perov. 

 

Per più di 40 anni, Bill Viola ha trasformato le nostre idee sull'arte e sul video. Lui e Kira sono veramente stati l'avanguardia, fondendo le tradizioni mistiche e spirituali orientali alle opere moderne. Ci hanno accompagnato nelle viscere del territorio emotivo e filosofico di ognuno di noi. Un’unica richiesta: rallentare. Per meglio apprezzare il momento catartico che nasce dalla visione delle sue opere bisogna rallentare il proprio flusso. Emotivo ed esistenziale. Passare anche dieci minuti davanti allo stesso paesaggio interiore. 

 

«Per il poeta persiano Rumi, ogni vita umana è come una ciotola che galleggia sulla superficie di un oceano infinito. Nel suo lungo moto, lentamente si riempie con l'acqua che ha intorno. Questa è una metafora per raccontare come acquisiamo conoscenza. Quando l'acqua nella ciotola infine raggiunge lo stesso livello dell’acqua esterna, non vi è più alcuna necessità del contenitore, e cade via. Noi identifichiamo questo momento nella morte. È la metafora di tutti noi». 

 

La maggior parte degli estimatori dell’arte contemporanea conosce bene le opere di Bill Viola e il suo nome evoca immagini video impressionanti di corpi sospesi nell’acqua, ma l’artista, nel tempo, si è immerso in tantissimi altri progetti, che spaziano dalla narrativa astratta, con le sue poesie concettuali che cantano la fragilità della vita, alla musica sperimentale, con suoni che evocano una galleria interiore, memoria dei più ancestrali ricordi. Nel film di Fargier, le parole di Bill Viola si intrecciano con l’analisi completa di sette suoi studiosi. Raymond Bellour, Nadeije Dagen, Anne-Marie Duguet, Alain Fleischer, Jean de Loisy, Valentina Valentini e Jérôme Neutres, curatore della mostra al Grand Palais, ci aprono le porte di un universo unico e sorprendente. 

 

Bill Viola, éxperience de l'infini, dom 2 novembre, ore 16.07, Spazio Oberdan

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