Milanofilmnetwork-daily Milanofilmnetwork

POESIA CHE MI GUARDI
di Noemi Bollani

Antonia, opera prima di Ferdinando Cito Filomarino, prodotta da Luca Guadagnino con la Frenesy Film Company, è immediatamente rivelatoria di uno stile: nelle scelte estetiche, nel rigore della messa in scena, nella sottigliezza della narrazione.

Film elegante, costruito su immagini raffinate e inquadrature che affidano allo spettatore un racconto sofisticato e un ritratto potente della poetessa Antonia Pozzi, appena accennato e mai pedante nel ripercorrere la vita, gli amori, le sofferenze e la tragica fine.
Il film lavora in sottrazione. Non ci sono poesie declamate, ma solo e soltanto diari, fotografie e scritti che il regista ci lascia leggere attraverso tagli d’inquadratura ben studiati e sempre sospesi in costante equilibro tra poche musiche e dialoghi che lasciano sottintendere gli snodi drammatici legati alla biografia della poetessa.

Lo stesso Montale definì le parole scelte dalla Pozzi come «ridotte al minimo peso». 

È innegabile che la cifra stilistica della potessa milanese sia da ricercarsi in una forma inusuale e diversa, in una scelta di parole che rimandano a una sostanza più profonda: le immagini. 

Se la poesia stessa non può essere definita, come espressione artistica, a prescindere dal concetto d’immagine, allo stesso modo non è possibile pensare la poetessa prescindendo dalla forza evocativa dei suoi versi. Il profondo legame tra componimento poetico e produzione di immagini è testimoniato anche dalla passione della giovane Pozzi per la fotografia. 

La grandezza di Antonia sta proprio nel restituire il racconto di vita della Pozzi quasi esclusivamente attraverso le immagini, accantonando dialoghi o  declamazioni drammatiche.

Quella che emerge nel film è pura poesia visiva, da interpretarsi nel senso proprio dell’unione tra poesia e cinema; il cinema che racconta la poesia attraverso la sua prerogativa fondamentale: il susseguirsi di immagini. 

La resa visiva dei versi della poetessa viene messa a fuoco nel mostrare l’atto stesso dello scrivere, da una gestualità profondamente legata anche alla scelta efficace dell’interprete principale, una straordinaria Linda Caridi, della quale vengono spesso inquadrate le giovani mani. 

Non ci troviamo davanti a un mosaico di singoli dettagli che hanno segnato la vita di Antonia Pozzi. Tutto – dall’appartenenza sociale alla Milano altoborghese degli anni Trenta, alla sua sofferenza di poetessa, fino agli amori falliti e le insicurezze del carattere - è reso senza toni enfatici. Racconto organico, minimalista e raffinato, in cui la conoscenza dei fatti puramente biografici resta sottesa. 

Immagini che raccontano una poesia nata da un’esigenza privata e vitale senza snaturarla, abbellirla, né drammatizzarla, mai.

Antonia di Ferdinando Cito Filomarino, Cinema del futuro, ore 21.30, Arcobaleno Film Center 1

Allo Spazio Oberdan - fino al 6 gennaio 2016 - è inoltre in corso la rassegna Sopra il nudo cuore – fotografie e film di Antonia Pozzi