I 25 SONO I NUOVI 18

I 25 SONO I NUOVI 18
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Stasera in Concorso Lungometraggi James White di Josh Mond. Parabola di un ragazzo newyorkese che, tra giornate spese nel nulla e la malattia della madre, racconta la ricerca di un posto nel mondo 

 

Un inizio quasi onirico: musica martellante che si insinua subito nell’orecchio dello spettatore, un ragazzo che balla assorto nei suoi pensieri.

James White dell’americano Josh Mond ci catapulta subito nella dimensione indie del cinema newyorkese, fatto di riprese con macchina a spalla e steadycam, inquadrature vorticose, quasi estranianti e primi piani intensi, capaci di trasmettere l’ansia del protagonista fin dalle prime immagini.

James White è il racconto eponimo di un ragazzo della New York contemporanea: ormai sulla soglia dei trent’anni, senza arte né parte (e tantomeno un lavoro), il padre è mancato di recente, la madre Gail sta lottando contro un cancro al seno all’apparenza in stallo, ma che si rivelerà fatale a causa delle metastasi comparse all’improvviso, proprio durante una vacanza del figlio in Messico.

James ha sempre cercato di stare vicino alla madre malata, confortandola, proteggendola, osservandola, ma non comprendendola fino in fondo. Gail, infatti, ha sempre sospettato dello spirito missionario del figlio: «Tu stai accanto a me non perché lo vuoi, ma perché non hai i soldi», frase accusatoria ma veritiera e risolutrice che fa capire il lato ancora infantile e venale di James, dedito alle serate in discoteca, alla bottiglia e alle risse. Senza lavoro e senza quell’indipendenza economica, pratica, spirituale che molti ragazzi – purtroppo – stanno tristemente agognando. Quella di James White è una parabola di crescita ed emancipazione nel difficile quanto bizzarro mondo presente, dove da un lato i ragazzi devono attendere all’infinito di poter “crescere” per la troppa bambagia ricevuta, mentre dall’altro sono obbligati a saltare fin da subito in quella dimensione spiazzante ed estranea che è l’universo degli adulti.

Diversi critici hanno definito il protagonista di questo film come un nuovo Peter Pan all’interno del panorama giovanile attuale, ma forse è solamente un bimbo sperduto che sta cercando la propria dimensione. La malattia della madre può essere il primo indizio per raggiungerla.

Christopher Abbott, nei panni di James White, pare un perfetto connubio di ingenuità e rabbia. Riesce a creare una commistione di sentimenti contrastanti tipica di un’età delicata. Interessante, infine, vedere Cynthia Nixon (ex Miranda di Sex and the City), con i capelli sbiaditi e cortissimi, nei panni della madre malata.

 

James White di Josh Mond, Concorso Lungometraggi, ven 11, ore 18, MIMAT,

mer, 16, ore 20.30, Teatro Strehler, sab 19, ore 17, Teatro Strehler

 

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