IL MONDO È UNA GRANDE SALA DA BALLO

IL MONDO È UNA GRANDE SALA DA BALLO
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Impariamo una coreografia mondiale in Globe Trot, mentre uno scenario in stile Matrix emerge da Impulse; in Seescapes si filma la visione di tre ragazzi non vedenti: questi tre titoli presenti oggi nella Selezione Internazionale

 

Si vede in Globe Trot la vena umoristica di Mitchell Rose, che non cessa di stupire con lavori allegri e divertenti. Sulle note del compositore William Goodrum gli attori da ventitré paesi interpretano la coreografia di Bebe Miller. Passi di danza mescolati con l’arte marziale orientale del Tai Chi. Sullo sfondo le viste con i monumenti più rappresentativi e più famosi del mondo: dalla Torre Eiffel al quartiere di Hollywood, passando per la Sydney Opera House e la porta di Brandeburgo. Un brillante esempio di energia espressa attraverso la danza, una pillola per il buon umore a qualsiasi latitudine.

 

Di toni diametralmente opposti è il cupo e inquietante Impulse, dei due registi austriaci Reinold Bidner e Georg Hobmeier. I loro studi sulle arti visive e multimediali hanno portato la coppia ad analizzare la società contemporanea come un sistema tecnologico oppressivo. L’umanità si è resa dipendente della tecnica perché ci evita le delusioni dell’incertezza. Da creazione dell’uomo la macchina diventa tiranno della modernità. Il nostro mondo è fatto di apparecchiature elettroniche che impongono i loro dogmi senza lasciare spazio a dubbi. In meno di quattro minuti lo spettatore si affaccia sull’angoscioso panorama dominato da impulsi elettronici senza pietà.


Seescapes di Geetha J.(studiosa e critica di cinema) è invece il racconto ambientato in India di tre ragazzi afflitti da disturbi irreversibili agli occhi. Ipovedenti o totalmente ciechi dalla nascita, i tre adolescenti cercano di raccontare le loro esperienze sensoriali, ciò che di esse ricordano. La fotografia in bianco e nero i fonde con animazioni grafiche e ci accompagna in un percorso che si propone di avvicinarci alla percezione dei non vedenti. Il film riesce a raccontare l’inenarrabile: quello che sogna, quello di cui ha paura, e soprattutto quello che vede una persona cieca? Farlo attraverso il mezzo cinema e farlo in maniera così delicata è stato il lavoro di Geetha J.

 

Ven. 31 ottobre, ore 16.07, Spazio Oberdan
Seescapes, di Geetha J., India, 2014, 9’55”
Impulse, di Reinhold Bidner e Georg Hobmeier, Austria, 2013, 3’43”
Through the Hawthorn, di Anna Benner, Pia Borg e Gemma Burditt, Regno Unito, 2014, 8’28”
Ivory Coast: Wax, di Bastien Dubois, Francia, 2013, 3’
Une vie radieuse, di Meryll Hardt, Francia, 2013, 17’
370 New World, di Marcantonio Lunardi, Italia, 2014, 5’08”
Globe Trot, di Mitchell Rose, Stati Uniti, 2013, 4’33”

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