ISTINTO E RAZIONALITÀ: I DUE PIANI DEL RACCONTO

ISTINTO E RAZIONALITÀ: I DUE PIANI DEL RACCONTO
di

Abbiamo intervistato Alessia Di Giovanni, scrittrice, sceneggiatrice di graphic novel e regista. Lavoratrici, il suo secondo lungometraggio,è in concorso nella sezione Le Donne Raccontano

 

Prodotto da Creativecomics con il contributo di Fondazione Crt, Lavoratrici è un documentario di osservazione che segue l'omonimo laboratorio teatrale di Ippolito Chiariello (Nasca Teatri di Terra), realizzato lo scorso anno a Lecce. Si tratta di un'esperienza con dei precisi limiti temporali, ripresa tra quattro pareti e un piccolo palco. Eppure densa, per i temi affrontati e l'umanità che rivela. Venti donne pugliesi, lavoratrici precarie di età differenti, condividono confessioni private e sfogano denunce spesso taciute. Sono tutte vittime di molestie sul luogo di lavoro, «Sottili, invasive, quasi invisibili» raccontano. E sconcerta che siano state scelte a caso. «Le donne coinvolte (spiega Alessia Di Giovanni) a poco a poco si sono aperte davanti alla macchina da presa, lasciandomi entrare nella loro quotidianità, nella loro anima ferita, ma combattiva. Non è facile esprimere una parte tanto profonda di sé, si preferisce nasconderla, non pensarci. Queste ragazze hanno deciso di farlo e io le ho accompagnate».

 

Che ruolo ha il teatro nel processo di rielaborazione delle esperienze delle protagoniste?

Un ruolo chiave, e quando parlo di teatro non parlo dell’istituzione, ma del recitare come momento catartico, e questo può avvenire su un palco, per strada, davanti a una macchina da presa. È il compito della finzione, una rete che permette di denudarti ed essere autentico come forse nella vita non puoi permetterti di essere. È la funzione della maschera.

 

Quale rapporto lega la messa in scena alla testimonianza del reale?

Ho cercato di restituire la doppia autenticità delle ragazze: più “vere” mentre recitavano di quando si confidavano alla telecamera. Perché i due piani sono spesso confusi e rimandano uno all’altro. Come a dire che non erano veramente loro stesse senza il personaggio che interpretavano e il personaggio era cavo senza l’anima della persona. È l’istinto che incontra la razionalità. Ho cercato di restituirlo attraverso l'interazione tra questi due linguaggi, teatro e documentario.

 

In un suo recente articolo ha citato il Test di Bechdel applicato al cinema mainstream. Di cosa si tratta?

Serve per determinare se una qualsiasi forma di racconto abbia o meno connotati di tipo sessista. Ovvero: «Tra i personaggi del film ci sono almeno due donne di cui si conosca il nome? Le due donne di cui si conosce il nome parlano almeno una volta tra di loro, ma non di un uomini?» Purtroppo c'è ancora tanto cinema, soprattutto hollywoodiano, in cui i ruoli femminili sono semplicemente irrilevanti o subalterni.

 

E l'ambiente cinematografico italiano è sessista?

Si, ma è un problema di tutto il sistema imprenditoriale. Sono contro le quote rosa però fin quando non ci saranno abbastanza donne nel cinema, soprattutto a livello produttivo, sarà difficile cambiare la situazione. Registe e sceneggiatrici hanno bisogno di qualcuno che comprenda le loro istanze, senza dover dare troppe spiegazioni.

 

Pensa che questa trasformazione possa avvenire?

Sono ottimista, anche se non a breve termine. Certamente nel campo della sceneggiatura qualcosa si è già sbloccato. Ci sono tante donne dietro le storie sul grande schermo. Almeno nei contenuti siamo rappresentate! Invece desta sconforto la percentuale di diplomate, in regia o direzione della fotografia, che riescono ad accedere alla professione (secondo lo Studio della DG Cinema le donne che hanno frequentato il Centro Sperimentale di Cinematografia sono il 43% della popolazione studentesca, mentre quelle presenti sul mercato del lavoro, circa il 10%, ndr).

 

Ha nuovi progetti?

Dopo Piena di Niente, quattro storie vere su aborto e obiezione di coscienza in Italia, sto scrivendo la sceneggiatura di una graphic novel. Il tema è ancora top secret ma posso dirti che si discosterà sia dai miei fumetti che dai film precedenti.

 

Ci sarà un riadattamento a fumetti di Lavoratrici?

Non ho mai pensato di ispirarmi a questo documentario per un fumetto. Forse perché le ragazze di Lavoratrici mi hanno lasciato entrare talmente tanto nel loro mondo da permettermi di ricostruirlo con la stessa intensità che avrebbe avuto un racconto a fumetti. Dove la realtà è reinterpretata in toto attraverso le illustrazioni.

 

Piena di niente, l'ultima graphic novel di Alessia Di Giovanni sarà presentata a Milano sabato 11 aprile dalle ore 18.00, presso il CSO Baraonda.

 

Articoli recenti

Daily